Mondo impresa
Bonus ricerca e sviluppo 2018: cos’è il credito d’imposta R&S
Il bonus ricerca e sviluppo 2018 è una delle agevolazioni fiscali per le aziende previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0.
Introdotto dal decreto Destinazione Italia (art.3 del Dl 145/2013), successivamente modificato e riscritto dalla Legge di Stabilità 2015 (la 190/2014), il credito d’imposta R&S è stato potenziato con la legge di Stabilità del 2017: l’obiettivo è quello di incentivare le aziende a investire in Ricerca e Sviluppo per quanto riguarda l’innovazione di processi e prodotti.
Tale misura, finalizzata ad aumentare la competitività delle imprese, si potrà applicare a tutte le spese R&S sostenute tra il 2017 e il 2020: vediamo, nel dettaglio, in cosa consiste il bonus ricerca e sviluppo.
Credito d’imposta R&S: cos’è
Il bonus ricerca e sviluppo prevede un credito d’imposta del 50% per le imprese che investono in R&S fino a un massimo di 20 milioni di euro l’anno (per ciascun beneficiario).
Questo credito d’imposta è computato sulla base della spesa incrementale complessiva, ovvero considerando la differenza tra quanto investito in ricerca e sviluppo nel periodo d’imposta e la media di tali investimenti nei tre anni precedenti.
Tale agevolazione fiscale per le aziende è valida per le spese sostenute nel periodo 2017-2020 e si rivolge a:
- soggetti titolari di reddito d’impresa (indipendentemente da dimensione aziendale, natura giuridica e settore in cui operano);
- aziende italiane (o residenti all’estero ma con stabile organizzazione sul territorio italiano) che svolgono o commissionano attività di ricerca e sviluppo;
- aziende italiane (o residenti all’estero ma con stabile organizzazione sul territorio italiano) che svolgono attività di ricerca e sviluppo commissionate da imprese residenti all’estero.
Il credito d’imposta R&S, inoltre, è cumulabile anche con altri sgravi fiscali e benefici previsti dal piano Impresa 4.0, come:
- Iper e Super Ammortamento;
- Nuova Sabatini;
- Fondo di Garanzia per PMI;
- Patent box;
- incentivi alla patrimonializzazione delle imprese (ACE);
- agevolazioni per PMI e startup innovative.
Bonus ricerca e sviluppo 2018: ambiti di applicazione
Gli investimenti in R&S effettivamente agevolabili nel bonus ricerca e sviluppo 2018 hanno a che fare con i seguenti ambiti di applicazione:
- ricerca fondamentale, ovvero lavori sperimentali o teorici svolti, che hanno come obiettivo quello di acquisire nuove conoscenze su fenomeni e fatti osservabili, senza che siano previste applicazioni o usi commerciali diretti;
- ricerca industriale, ovvero finalizzata ad acquisire nuove conoscenze per mettere a punto nuovi prodotti, processi o servizi o permettere un miglioramento di quelli già esistenti;
- sviluppo sperimentale, ovvero acquisizione e utilizzo delle conoscenze e capacità di natura scientifica, tecnologica e commerciale per produrre piani, progetti o disegni per prodotti, processi o servizi (siano essi nuovi, modificati o migliorati);
- produzione e collaudo di prodotti, processi e servizi, a patto che non siano impiegati o trasformati per applicazioni industriali o finalità commerciali.
Bonus ricerca e sviluppo 2018: costi agevolabili
I costi agevolabili, sostenuti dalle imprese per attività di ricerca e sviluppo, riguardano nello specifico:
- Personale impiegato nelle attività di ricerca e sviluppo.
È agevolabile sia l’incremento delle spese per l’assunzione di nuovo personale, sia per un aumento di retribuzione o per un maggior impiego di ore lavorative del personale già presente. Il costo agevolabile è quello effettivamente sostenuto per attività di R&S (costo del lavoro, retribuzione lorda prima delle imposte, contributi obbligatori, TFR, premi di produzione).
- Personale impiegato nelle attività di ricerca e sviluppo.
- Spese che riguardano contratti con università, enti di ricerca, altre imprese. Possono essere agevolabili anche i costi sostenuti per le attività di ricerca svolte da professionisti in autonomia di mezzi e di organizzazione.
- Quote di ammortamento di strumenti e attrezzature di laboratorio, a patto che siano effettivamente impiegate per attività di ricerca e sviluppo e che il costo unitario del bene ammortizzabile non sia inferiore a 2.000 euro (IVA inclusa).
- Competenze tecniche e privative industriali, ovvero quelle che riguardano invenzioni industriali o biotecnologiche, topografie di prodotti a semiconduttori, nuove varietà vegetali.
Alle imprese che hanno intenzione di usufruire del credito d’imposta R&S basterà indicarlo nel quadro RU del Modello unico della dichiarazione dei redditi, segnalando le spese sostenute per la ricerca e sviluppo.
Nei casi di incertezza obiettiva sulla corretta applicazione delle disposizioni tributarie, è possibile presentare un’istanza di interpello all’Agenzia delle entrate.
Maggiori info e dettagli sono disponibili sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico.
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