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Aumento potenza contatore energia: quanto costa e come fare
La corrente in casa continua a “saltare”? La soluzione giusta potrebbe essere quella di richiedere un aumento di potenza del contatore.
La potenza del contatore è il valore massimo di energia elettrica che può essere usata per alimentare luci, forno, condizionatore e tutti i dispositivi elettrici che hai in casa. Tenere accesi più elettrodomestici in contemporanea è ormai normale in famiglia, ma spesso costringe a fare i turni, per evitare di rimanere al buio.
Tuttavia, l’incertezza dei costi che dovresti affrontare, e non sapere come fare, crea delle resistenze e induce a rimandare. Ma è davvero così complicato? Quanto costa un kWh in più?
Se non ne puoi più di tirare su la levetta del contatore, ecco cosa devi sapere sulle normative in vigore, costi e tempistiche, per richiedere un aumento di potenza.
Aumento potenza contatore: tutto quello che devi sapere
Cambiare la potenza del contatore negli ultimi anni è diventato sempre più facile e veloce. La prima cosa che devi fare è verificare quale sia la potenza effettiva del tuo contatore della luce.
È semplice, lo trovi scritto sulla bolletta. Sotto la dicitura “Dati fornitura” trovi la voce “Potenza contrattuale impegnata”. Di solito, una casa di grandezza media, circa 100 m², dispone di 3 kW di potenza.
Con l’aumento degli elettrodomestici che entrano nelle nostre case, sempre più spesso può accadere che 2 o più siano usati nello stesso momento: ecco che la potenza del contatore non basta per tutti.
Restare al buio, con i capelli bagnati e l’accappatoio, non è proprio un’esperienza piacevole. Per evitare queste situazioni ti basta richiedere un aumento potenza contatore al tuo fornitore. Anche solo 0,5 kW in più potrebbero migliorare la routine quotidiana di tutta la famiglia.
Come determinare la potenza necessaria per la tua casa?
È difficile dirti a priori di quanti kWh avrai bisogno. Le varianti sono molte: dal tipo di elettrodomestici che usi alle tue abitudini di utilizzo.
Per la maggior parte delle utenze domestiche, dotate di elettrodomestici di base, sono sufficienti i 3 kW. Tuttavia, ormai quasi tutti abbiamo un condizionatore, e se a questo aggiungiamo uno scaldabagno e un congelatore, la potenza necessaria potrebbe essere già attorno ai 4,5 kW.
Dipende anche dalla classe energetica degli elettrodomestici di cui disponi. Se sono particolarmente energivori, e usi anche il condizionatore in pompa di calore, o altre apparecchiature elettriche, allora 6 kW potrebbe essere la potenza giusta per te.
Se hai dei dubbi, chiamaci e chiedi un consiglio sulla potenza da installare in base hai tuoi consumi. Il nostro servizio clienti è attivo proprio per aiutarti a trovare la soluzione più adatta alle tue esigenze.
Determinare quanti kW siano necessari, per soddisfare le tue necessità, è solo una parte di quello che dovresti sapere. Ora, vediamo a quanto ammontano le spese per richiedere un aumento di potenza. In questo modo, puoi renderti conto di quanto costa un kWh in più, l’incidenza sulle tue bollette e le tempistiche per il cambio di potenza.
Cos’è cambiato dopo la riforma tariffaria
Prima della riforma tariffaria, la tipologia e il livello di potenza del contatore incidevano molto sui costi della tua bolletta. Tuttavia, da aprile 2017, con l’abolizione delle vecchie tariffe, tutto è cambiato.
Non esiste più la differenza tra tariffa D2 e D3. Ovvero, tra la tariffa riservata ai residenti fino a 3 kW, e quella per i residenti con più di 3 kW e i non residenti. Ora, con la nuova tariffa TD, senza distinzioni tra clienti domestici e potenza impegnata, il livello di potenza ha un costo fisso indipendente dai tuoi consumi.
Inoltre, dal 1° gennaio 2017 puoi modulare il valore dell’aumento di potenza, o di diminuzione, in base alle tue esigenze, con scaglioni di 0,5 kW, purché il livello di potenza impegnata conseguente all’incremento non sia superiore a 6 kW. Naturalmente, queste variazioni sull’impegno di potenza hanno dei costi una tantum.
Costi, agevolazioni e tempistiche
Con la delibera 782/2016/R/eel, l’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha stabilito un periodo di agevolazione compreso tra: 1° aprile 2017 e 31 marzo 2019. Poi, prorogato fino al 31 dicembre 2019.
In questo periodo di agevolazione, è prevista l’eliminazione del contributo fisso amministrativo di circa 26 euro e la riduzione di quasi il 20% del contributo richiesto per ogni kW di potenza aggiunto. Dunque, fino al 31 dicembre 2019, richiedere un aumento potenza contatore costerà circa 55,33 euro/kW, invece di 69,99 euro/kW per ogni kW di potenza aggiunto.
In più, questo contributo una tantum non è dovuto se, nel periodo di agevolazione, la richiesta di aumento potenza contatore è successiva a una domanda di riduzione. Inoltre, ti sarà restituito nel caso decidessi di rinunciare all’aggiunta di potenza, dopo averla richiesta e ottenuta. Sempre e solo all’interno del periodo di agevolazione. Ovvero, dal 1° aprile 2017 al 31 dicembre 2019.
Per ricapitolare, i costi di un aumento di potenza contatore sono:
- contributo fisso amministrativo di 26 euro, abolito fino al 31 dicembre 2019;
- costo kWh una tantum di 69,99 euro/kW. Ridotto a 55,33 euro /kW, fino al 31 dicembre 2019;
- contributo di circa 23 euro, previsto per la gestione della pratica da parte del fornitore di energia elettrica.
Nel caso tu abbia scelto un fornitore che opera nel mercato libero, il pagamento del contributo amministrativo di 26 euro è a sua discrezione. Ovvero, dipende dalle condizioni contrattuali che hai sottoscritto.
Vuoi conoscere le differenze tra mercato libero e tutelato? Questo articolo ti chiarirà ogni dubbio: mercato libero o tutelato, scopri quale conviene.
Tempistiche per la variazione di potenza del contatore
Da quando comunichi la richiesta di aumento potenza contatore, il tuo fornitore ha tempo 2 giorni lavorativi per inoltrarla al distributore di zona. Quest’ultimo deve procedere all’aumento di potenza entro 5 giorni lavorativi dalla data di ricevimento della richiesta.
Nel caso sia necessario intervenire sul contatore, il distributore deve inviarti un preventivo entro 20 giorni, più 4 giorni per le comunicazioni, dove precisare i costi e le tempistiche.
Se il distributore locale non rispetta le tempistiche previste, hai il diritto di richiedere un rimborso, che ti sarà stornato nella prima bolletta utile. Il valore del rimborso varia in base ai giorni di ritardo:
- entro 44 giorni, il rimborso è di 35€;
- entro 64 giorni, il rimborso è di 70€;
- oltre 64 giorni, il rimborso è di 105€.
Ora, hai visto quanto costa un kWh, per l’aumento di potenza del contatore, quali contributi sono previsti e le tempistiche necessarie. Ma quanto inciderà l’aumento di potenza sulla tua bolletta?
Aumento potenza contatore: mai più senza corrente elettrica
Con l’introduzione della nuova tariffa TD, che non prevede distinzione sugli oneri di sistema, e le agevolazioni introdotte dall’ARERA, cambiare potenza del contatore è sicuramente più conveniente.
Quanto inciderà sulla tua bolletta luce?
Salvo i costi una tantum per svolgere le pratiche di potenziamento del contatore, l’incidenza sulla bolletta sarà determinata dalle tue abitudini e dai tuoi consumi energetici.
Di sicuro, questo è il periodo migliore per fare un aumento di potenza del contatore. Tuttavia, ricorda che le agevolazioni scadono il 31 dicembre 2019. Quindi, considerate le tempistiche e non sapendo se sarà necessario provvedere a un cambio di contatore è consigliabile agire per tempo.
Se stai pensando di aumentare la potenza del contatore, perché i tuoi consumi attuali ti complicano le normali attività domestiche, pensa anche a come risparmiare sulla tua bolletta. Guarda le nostre offerte luce e gas e contattaci per una consulenza personalizzata.