Servizio energia e gas
Comunità energetiche rinnovabili: insieme per un futuro sostenibile
L’avvento in Italia delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) – sancito dal Decreto Milleproroghe 162/2019 e attuato tramite la delibera 318/2020/R/eel dell’ARERA e il DM del 16 settembre 2020 del MISE – rappresenta un passo significativo verso un futuro energetico più sostenibile.
La normativa italiana supporta semplici cittadini ma anche PMI ed enti locali nella creazione di comunità energetiche promuovendo la produzione di energia rinnovabile. Attualmente, 35 sono già attive e altre 65 sono in fase di attivazione in diverse Regioni.
Sul sito del Gestore dei Servizi Energetici (GSE) puoi visualizzare la mappa interattiva delle aree convenzionate presenti in Italia.
Ma cosa significa partecipare a una CER e quale impatto può generare?
Cos’è una comunità energetica rinnovabile
Quando si parla di comunità energetiche rinnovabili si intendono associazioni tra cittadini, attività commerciali, enti locali e piccole/medie imprese che decidono di unire le proprie forze per produrre localmente – tramite fonti rinnovabili – e condividere tra di loro l’energia elettrica necessaria al proprio fabbisogno.
Questa è la base delle comunità energetiche: una rete decentralizzata in cui ogni cittadino è coinvolto attivamente nella produzione, consumo e condivisione dell’energia.
Una volta costituita legalmente, l’associazione decide l’area di installazione degli impianti, che possono essere di proprietà della CER stessa o messi a disposizione da singoli membri o soggetti terzi.
L’area di installazione degli impianti deve trovarsi in prossimità dei consumatori consentendo, ad esempio, a un’impresa di installare un impianto fotovoltaico e condividere l’energia prodotta con i cittadini aderenti senza necessità di reti particolarmente estese.
I tipi di impianti più diffusi – per la loro semplicità di installazione – sono quelli a pannelli fotovoltaici, ma non ci sono restrizioni: l’importante è che venga prodotta energia pulita. Quindi sono ammessi, ad esempio, anche l’eolico o l’idroelettrico.
Dei limiti ci sono, invece, sulla potenza: gli impianti possono avere una potenza complessiva massima di 1 MW (megawatt).
L’energia che non viene consumata dai membri della CER può essere accumulata e venduta direttamente o in modo aggregato.
È anche possibile richiedere degli incentivi per l’energia condivisa al Gestore dei Servizi Energetici (GSE), per valorizzare l’energia immessa in rete al prezzo di mercato. La ripartizione dei ricavi tra i membri avviene attraverso regole stabilite dalla comunità stessa mediante un contratto di diritto privato.
Importanti agevolazioni sono previste anche per i Comuni con meno di 5 mila abitanti, che possono richiedere un contributo a fondo perduto fino al 40% dell’investimento sostenuto per la creazione di una CER – sia in caso di realizzazione di un nuovo impianto che di potenziamento di uno esistente.
L’obiettivo è quello di favorire la costituzione di comunità energetiche rinnovabili anche nelle realtà più piccole, che costituiscono la maggioranza dei centri abitati italiani.
Le CER sono un modello innovativo di gestione dell’energia che promuove la sostenibilità economica, ambientale e sociale.
I vantaggi di far parte di una CER
I soggetti che fanno parte di una energy communities possono godere di una serie di vantaggi tangibili.
I benefici a livello economico sono i più immediati, perché consentono una riduzione del carico delle componenti variabili della bolletta energetica (come gli oneri di rete, le accise e l’IVA). Inoltre, l’energia non consumata può essere rivenduta grazie agli incentivi offerti dal GSE, generando così un “reddito energetico” distribuito tra i membri della CER.
Il secondo vantaggio importante è quello sociale: la creazione di comunità locali ha come effetto diretto quello di favorire l’aggregazione sociale, educare alla sostenibilità e promuovere modelli di inclusione, contrastando al tempo stesso la povertà energetica.
Le conseguenze a medio-lungo termine, invece, riguardano gli aspetti ambientali. La diffusione delle fonti rinnovabili contribuisce a ridurre le emissioni nocive prodotte dai combustibili fossili, promuovendo la sostenibilità e limitando le perdite di energia grazie alla vicinanza tra il luogo di produzione e quello di consumo.
La diffusione delle CER ha, quindi, un impatto positivo sull’intero ecosistema urbano, lavorando attivamente per il raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda ONU 2030, in particolare:
- goal 7 “Energia pulita e accessibile”;
- goal 11 “Città e comunità sostenibili”;
- goal 12 “Consumo e produzione responsabili”;
- goal 13 “Agire per il clima”;
- goal 17 “Partnership per gli obiettivi”.
Quest’ultimo punto, infatti, rimarca l’importanza della cooperazione tra i diversi attori a livello locale: non soltanto cittadini e imprese, quindi, ma anche le amministrazioni che hanno così la possibilità di fare da traino per l’intera comunità verso un modello di sviluppo sostenibile.
Cosa aspettarci dalle energy communities, in futuro
Il futuro delle comunità energetiche in Italia e in Europa sembra promettente, con stime che indicano la crescita esponenziale del loro numero.
Si tratta, infatti, di un modello innovativo di gestione dell’energia che promuove la sostenibilità economica, ambientale e sociale.
Le energy communities tracciano un percorso verso un futuro energetico più verde e solidale, dimostrando che la collaborazione può essere la chiave per un cambiamento positivo e duraturo.
Ecco perché anche noi di Sinergy Luce e Gas ci impegniamo attivamente per la promozione e lo sviluppo delle comunità energetiche, grazie alla collaborazione con Codici – l’organizzazione a tutela dei diritti dei consumatori – per compiere un passo significativo verso un futuro sostenibile.
Scrivi a segreteria.sportello@codici.org per avere maggiori informazioni.